domenica 30 dicembre 2007

Le emozioni sono legate a momenti, a profumi, sensazioni … a molte cose. Ognuna di queste ci fa sentire bene o male, ci distoglie un momento dai nostri pensieri e ci fa sognare.





Io non so sognare, non me ne ricordo uno di sogno. Ora sono davanti ad un tramonto su di una città piena di storia, colori e passioni e sto sognando ad occhi aperti. Sogno di momenti positivi, di emozioni che fanno scaturire sorrisi, ma la mia faccia è inespressiva, ferma, concentrata su di una testa che è troppo confusa per riuscire a trovare pace. Tra poche ore finirà anche questo anno, non posso dirvi come sia stato, se “bello” o “brutto”, sono successe molte cose e non riesco a tirare le somme. Voi cosa ne pensate? Avete solo cose negative da scrivere nel libro dei ricordi?




Non credo!
Ognuno si è creato e ha distrutto sogni, spero che abbiate costruito molto … Potrei raccontarvi storie troppo noiose per essere ascoltate da qualsiasi cuore, o aneddoti simpatici per comunicare sorrisi e stare assieme, ma non importa cosa si scrive, ognuno di noi dovrebbe trovare in ogni attimo che lo circonda qualcosa di positivo che lo faccia andare avanti. Vorrei raccogliere tutte le sensazioni positive che mi sono rimaste e regalarle a chi ora non ne possiede una. Ogni risata sulla bocca di qualcuno ci fa muovere un po’ la nostra bocca creando quella smorfia che tutti chiamano sorriso. Il cuore non smette di pompare e se le vene trasportano la felicità è molto più in fondo, nelle mie arterie, che risiede la ragione e l’ignoranza nella non comprensione di questo mondo.



Un giorno tutto sarà chiaro e limpido, un giorno ogni cosa sarà capita e portata a fine … un giorno la felicità sarà solo “monotonia” e i problemi non saranno più futili, ma veri e gestiti da persona matura quale ognuno di noi dovrebbe essere.
Un sole caldo, un clima umido
Tutto per riuscire a far nascere qualcosa
in un terreno così secco,
in un cuore così arido,
qualcuno per strada ride,
il tramonto, rasserena gli animi.
Giocate bambini, e crescete tra le vostre ombre lunghe.
Buon Anno a tutti, che sia il più felice per ognuno di voi!
AUGURI!

lunedì 24 dicembre 2007

Latitudini vicine all’equatore, il caldo che sovrasta le temperature rigide dell’Europa.



Sono finalmente tornato in Africa, a Mombasa.
Qui non c’è stress, tutto è “Pole Pole” (piano piano), naturalmente per i turisti.
Gli unici stress che si hanno qui sono quelli che ci portiamo dentro le nostre teste.
Se ognuno di noi potesse capire e comprendere il significato della propria mente, riuscirebbe a trovare ogni soluzione per la propria anima; a quel punto non ci sarebbero più nevrosi né malattie o quant’altro.



Poche ore passate qui … ogni albergo la mia casa, ogni posto tante mani che si stringono e chiedono “Dov’eri finito?”, tante risposte suggerisce il cuore, ma quale scegliere?
Decido sempre di non sceglierne nessuna e dico “Sai il lavoro!”.
Un altro volo da fare, un altro posto da chiamare casa; il mio corpo insegue un qualcosa che neanche la mente conosce.



Sono il fautore dei miei successi, delle mie ansie e delle mie paure. Sono un uomo piccolo che vorrebbe trovare una strada giusta per lui. Sono un uomo ignorante che cerca la saggezza per farla sua.
Domani sarà Natale, Tanti Auguri a tutti voi.
Che possa essere un buon momento del vostro presente e uno stimolo per il futuro.
Siate felici, ognuno di voi se lo merita.
Ancora Buon Natale.

sabato 22 dicembre 2007

Si hanno sempre mille e più preoccupazioni per svariate ragioni.
Ormai i valori e i modi più semplici sono le cose più difficili da raggiungere.
Quante frasi fatte vero? Beh, io la penso così. Sono una persona che rincorre un qualcosa che non ha ancora capito cosa potrebbe essere, non ne conosco la forma, l’odore, il sapore, se è caldo o freddo … e per favore risparmiate le battute.
È da molti giorni che sono triste; a volte ho degli sprazzi in cui il cervello e il cuore mi danno tregua e allora rido, ma non riesco ad assimilare il momento, non posso farlo mio.


La casa procede … e come sto dicendo a tutti, "procede molto a rilento" ma sta venendo bene. Quel nido, che mi sto costruendo, che cerco di rendere più confortevole possibile, so già che mi darà solo degli attimi di serenità, ma molti saranno i momenti in cui mi ritroverò con la mia testa (e i suoi due neuroni) a pensare e a sfinirmi di volta in volta.
Iniziano ad esserci gli oroscopi per il 2008 in giro, o forse ci sono già da mesi, ma … considerando il mio grado d’interesse è già tanto che li abbia ascoltati tutti oggi su radio Deejay. Promettono momenti idilliaci e fortune da Re Mida, ma se ciò che dicono si realizzasse anche solo per un decimo, saremmo tutti più contenti? Che ne pensate?


Domani partirò per il caldo, sto via un paio di giorni e poi torno per Natale. Posso dirvi una cosa? … ma è mai possibile che quest’anno, che sono solo, mi passo sia Natale che Capodanno a casa e invece gli anni scorsi spesso me li sono passati da qualche parte nel mondo a tirarmi paranoie e a sprecare parole? Forse è destino, o semplicemente sono un insoddisfatto cronico che non sa bene cosa vuole.
Comunque sia … “ Se non ci sentiamo Auguri di Buon Natale e tante Buone cose per l’Anno Prossimo”.

Un bacio a tutti e buona serata.

mercoledì 5 dicembre 2007

Hugs and kisses





Fine, rotazione terminata anche questa volta. La più bella sosta fatta da quando sono un assistente di volo. New York mi ha segnato dentro e ora mi manca. Mentre andavo in giro per le strade non sentivo ne’ pesi né pressioni. Non riesco a scegliere le foto da mettere sul blog, ce ne sono tante, ma solo qualche decina è da salvare, forse quindici foto su quattro Gb.







Tanti bei momenti si specchiano nei miei occhi e volano via, ogni cosa ora è tornata alla realtà. Troppe volte vengo rapito da emozioni che mi lasciano senza forze, e ora che son tornato nella realtà, di forze ne avrei bisogno eccome.
Rincorro gli eventi, li ricerco, ma non arrivo mai al momento giusto, o troppo tardi, o troppo presto.









Ora, nella camera in cui dormo, della rotazione mi resta solo una montagna di vestiti da lavare e stirare, delle tazze per la mia collezione, un computer pieno di ricordi e un cuore che aveva solo fatto finta di smettere di far male. Quant’è difficile dimenticare.




Ogni volta si deve dimenticare, prendere la parte migliore di ogni cosa e vivere su quel ricordo. Di NY non ho ricordi negativi, ma tanta, tanta nostalgia.
Nostalgia dello star bene, nostalgia del riuscire a non avere più mal di stomaco, essere valorizzati, vivere. Tutto, ogni cosa era illusione, una bella vacanza.








Non ho bisogno di qualcuno al mio fianco, ho bisogno di capire come stare al mondo, forse poi il resto arriverà.
Voi lo avete capito? …
Da quanto tempo non vi scappa fuori dalle labbra un “Ma che bello” detto con un mezzo sorriso, con gli occhi spalancati e con il cuore che batte?
Da quanto tempo i vostri occhi vedono cose che la vostra mente percepisce in modo diverso?
Io vedo e vorrei guardare, parlo ma vorrei esprimermi, tocco ma vorrei sfiorare, piango ma vorrei emozionarmi.

sabato 1 dicembre 2007






La mia mente vola tra gli alberi e gli sbuffi di vapore caldo del mio fiato. Sono a Central Park e malgrado il freddo sorrido e sono rilassato. Finalmente lo vedo questo parco che è stato ispirazione di film e canzoni.
Lo voglio attraversare tutto, un po’ alla svelta perché non ho tempo, ma tutto. Mi hanno detto che c’è anche una pista di pattinaggio su ghiaccio.







Approposito, ma non ve l’ho scritto, la mia prima pattinata sul ghiaccio a NY sapete dove l’ho fatta? Nel bel mezzo del Rockefeller Center sotto un enorme albero di natale illuminato. Due emozioni contrastanti unite da un sottile velo di malinconia che mi caratterizza. Intendo il pattinaggio che è da sempre la mia passione, su ghiaccio o in linea non mi importa è libertà, è sogno, è momento mio e nessuno c’è quando chiudo gli occhi e sento l’aria sulla faccia, poi li, in quel posto con tutta la gente sopra, che guarda anonime persone che un po’ impacciate o forti con i loro pattini scivolano sul ghiaccio e si godono quell’attimo di vita, è fantastico. Dall’altra parte l’albero di Natale che con me centra proprio poco. Non vado molto d’accordo con il Natale, mi rende terribilmente triste e quando sono al ventitré vorrei chiudere gli occhi e riaprirli al ventotto. Ma a New York il Natale non passa in sordina e soprattutto al Rock Feller Center. Beh c’è stata una cosa che, mentre ero appoggiato alla balaustra della pista aspettando di entrare, mi ha emozionato molto. È iniziata così …
“ mi metto i pattini e, tra la folla, esco. Mi precipito per pattinare su quel ghiaccio, su quella pista. Appena fuori, ad un soffio dalla pista, uno dei ragazzi della security mi ferma e mi dice che stanno per rifare il ghiaccio e quindi tutti devono uscire. Mesto mi metto appoggiato alla balaustra, non distante dalla porticina d’entrata. La gente inizia a farsi sempre meno all’interno della pista, finché non restano che due persone, un ragazzo e una ragazza che si fanno fare qualche foto da soli, senza la folla. Penso tra me e me, carini, ma se si muovono ad uscire mi fanno un favore. Ad un certo punto, dopo un’ultima foto assieme, il ragazzo prende per mano la compagna e la porta al centro della pista, si inginocchia, mette una mano in tasca e ne tira fuori una scatolina. La ragazza si porta le mani alla bocca e dopo qualche movimento delle labbra di lui lei annuisce. Scoppia un applauso.”






Alcuni di voi la troveranno una cosa anonima, altri imbarazzante, altri ancora romantica. Ma io non mi concentrerei tanto sulle emozioni dei due amanti, ma a come vi sentireste voi nel vedere una scena del genere in un posto carico di emozioni. Beh io mi sono sentito bene, ho sorriso e ho sperato di poter essere un giorno io l’artefice di un’emozione così.








Ma torniamo a noi, al nostro parco, anche lì c’è una pista di pattinaggio ed è molto più grande di quella del Rockefeller. Non c’è l’albero di Natale, ma le casse attorno alla pista indovinate che musica suonano? Voi mi direte “Enrico cosa ti aspetti a Dicembre?” ma io vi rispondo, “Cavvoli esistono momenti e momenti, non che in ogni parte del globo si debba essere subissati di fiocchi rossi ghirlande verdi e batuffoli di cotone bianchi per tutto novembre e dicembre!




Comunque Central Park è molto di più che Natale. Puoi perderti dentro le sue stradine, in mezzo ai suoi alberi che sono macchie verdi tra i palazzi.
È davvero enorme, camminavo e volevo andare in ogni posto, in ogni anfratto, ma non avevo tempo. Seguivo un po’ la cartina per orientarmi e un po’ gli occhi per perdermi.














Il vento freddo rattrappiva le mani e la mia Canon resisteva meglio di me alla temperatura. Il cuore dava al cervello impulsi che si riflettevano nell’obbiettivo, o meglio era quello che desideravo. Non è andata proprio come avrei voluto, ma ho visto il grande lago, un albero che avevo visto in una foto, le famiglie con i bimbi che facevano le foto davanti ad alberi che sembravano usciti dal pennello di un pittore … ho visto i miei sogni camminare con me e rassicurarmi.








Central Park è un posto eclettico e stupendo. Spero con le poche foto fatte di donarvi un po’ della sua aria. Respirate con me.

mercoledì 28 novembre 2007

al-Quds




Finalmente dopo quattro giorni che si cercava di organizzare di andare a Gerusalemme, oggi ci sono riuscito.
Sveglia prestissimo e bus di un’ora, ma poi … tante case bianche una vicino all’altra e sul fianco della montagna un cimitero enorme, il più grande, con una cupola d’oro sullo sfondo.
Dopo le ultime notizie uscite sui quotidiani, non era il periodo migliore per andare a visitare la Città Santa, ma o oggi o … quando ci torno in vacanza a Gerusalemme?!
Grande pecca, ma unico modo per visitarla nei tempi che avevo, è stato il fatto di organizzare tramite un’agenzia, ora vi spiego.





Il bello delle cose organizzate è il fatto di non dover attivare e smuovere quella poca segatura che abbiamo in testa, ma è solo quello il bello perché per il resto è tutto pessimo. “Italiani, dieci minuti e poi si va di la” “Gentlemen, non ci si può fermare, Jerusalem ha un sacco di cose da vedere, sbrigatevi che se no vi perdete”. Non so se mi sono spiegato, ma per essere più chiaro oggi ho fatto la maratona di Gerusalemme, non la visita alla Città Santa.









Comunque tutto molto, ma molto bello. Giri la città tra le raccomandazioni della guida, ma posi gli occhi su scorci di storia toccanti.
La maggior parte della città e delle vie è stata ricostruita o restaurata per via dell’usura e del “deterioramento”, quindi realmente non cammini sulle stesse pietre di centinaia di anni fa ma su sassolini giovani giovani che al solo toccarli fanno “aiah”, ma non preoccupatevi sono robusti.







Vedi la tomba del Re David, l’Abbazia della Dormiente, il Santo Sepolcro, il Giardino dei Getsemani, tutte cose molto interessanti, ma ci sono due cose che realmente sono toccanti, o almeno lo sono state per me; due cose verosimilmente semplici, il Muro del Pianto e il museo dell’Olocausto. Iniziamo dal primo, non vi racconto i tratti storici (anche perché io e la storia litighiamo di continuo, e vince sempre lei), ma ciò che ho visto e sentito. Il Muro del Pianto è un semplice muro, stuccato male e lasciato alla grazia delle erbacce, ma la gente lascia in custodia a quelle pietre (tanto importanti per quella città) i propri problemi, le proprie lacrime, i propri desideri, i propri sogni, le loro PREGHIERE.










Uomini e donne hanno due ingressi separati e gli uomini, o meglio chiunque si avvicini al Muro, deve indossare la Kippah (il copricapo indossato dagli ebrei maschi). La parte dedicata agli uomini è meno “pittoresca” rispetto a quella delle donne, ma oggi quello che mi ha colpito più di tutto è stata, guardando dall’altra parte del separé, una donna che piangeva e si disperava pregando, appoggiata al muro (mi dispiace, ma non sono riuscito a fare alcuna foto a quella donna). Io non sono un praticante, ma credo che per alcune persone nella fede risieda l’unico appiglio per restare in questo mondo così ostile. Ho scritto anch’io il mio biglietto e ripiegandolo più volte, l’ho incastrato tra le pietre …








Il Museo dell’Olocausto è ancora peggio. Attraversi queste sale, zizzagando per la lunghezza dell’edificio moderno e leggi dei fatti e ascolti le testimonianze delle persone che l’hanno vissuto davvero. La lingua ti si secca e il cuore rallenta, leggi e dapprima pensi che ben o male siano cose che sai o che hai già sentito, di come li trattavano, delle umiliazioni, delle deportazioni, ma poi? Beh poi arrivi alla sofferenza che ti viene sbattuta in faccia, non quella dei libri di scuola, ma quella vera, quella che solo persone che l’hanno vissuta possono raccontare.
C’era la lettera di una donna che era in “viaggio” in un camion per andare a Treblinka, erano tutte donne e lei aveva in braccio sua figlia, scriveva continuamente il nome della figlia e quello del marito, chiedeva di poterlo rivedere di poterlo riabbracciare, sapeva che stava andando a morire e che sarebbe morta anche sua figlia di due anni, ma era l’unico modo di gridare, quello di scrivere, nessuna l’avrebbe ascoltata, forse non ha neanche mai finito quel viaggio.
In quei camion che portavano ai treni e poi ai Campi, i fumi di scarico entravano nei cassoni e la gente con le unghie cercava di scalfire l’acciaio delle porte per trovare dell’aria. “La vita, voglio vivere … “ .
Non credo che nel mondo la cosa più importante sia la pace, ma la tolleranza e il rispetto reciproco.





Sono rientrato in albergo stanco, ma questa volta non erano le gambe a far male, ma il cuore e lo stomaco. Ricerco sempre qualcosa e non riesco mai a trovarlo, ma sono stupido perché dovrei rendermi conto che c’è ben altro d’importante e sono fortunato. Buona notte o buon giorno, ovunque voi siate.




domenica 25 novembre 2007

Sogni per una notte in bianco ... non passa, non passa mai!




I sogni son desideri che non si avverano mai, questa � la realt�!



Tutto il mondo è paese; i ragazzini ascoltano “Mika” in metrò, i mendicanti suonano per farsi dare qualche tips, la gente entra, esce e spinge per farsi spazio. Oggi ho provato l’Underground newyorkese, sinceramente pensavo meglio, ma d’altronde è metropolitana, mica Brooklyn Brdg!



È sabato sera, ma io non sono un ragazzo normale, sono una persona triste e stupida che ha preferito finire di stancarsi in giro per NY che andare a riposarsi per poi uscire a vivere la notte nella grande mela.



Il pc sta elaborando le foto e ogni volta fa sempre più fatica, ma non importa, ho una notte davanti, unico problemino il mal di schiena atroce e gli occhi pesanti, ma … per vedere le mie foto questo e altro.
Domani ripartirò per Tel Aviv, oggi ho visitato il World Trade Center e passeggiato sul ponte di Brooklyn.







Avrei voluto, con tutto il cuore stringere la mano a una persona che mi potesse dare tutto il calore di cui ho bisogno e si meravigliasse come me del panorama; spero, almeno, che con queste poche foto, possiate percorrere assieme a me le strade di questa magnifica città.



















Guardo la cartina e pur avendo “scarpinato da matti” in questi tre giorni, mi accorgo di aver visto relativamente poco, fortunatamente ho altri tre layover a fine mese, e lì voglio passare una giornata intera a Central Park.
Scorci di vite vissute che si presentano davanti agli occhi senza dare sostegno, ma solo pensieri.












Voglia di dormire abbracciato, voglia di essere migliore.