venerdì 7 marzo 2008

La sveglia suona, sono le 5.30 del mattino qui a Punta Cana. Voglio vedere l’alba e i suoi colori, voglio vedere il nulla e la sua tranquillità.

Mi alzo e cerco di capire dove sono i piedi e dove le mani. Dopo un piccolo check di me stesso e dell’attrezzatura esco.




“Diavolo, ma è ancora buio pesto!”

Faccio un giro, comunque, l’aria è bella e c’è silenzio, solo gli uccelli danno qualche saluto.
Macchina e obbiettivo in spalla, con gli occhi penso ad un possibile scatto, ma è troppo buio, per me.
Arrivo fino al mare e poi torno in camera, spalanco le tende e mi metto sul letto a leggere aspettando un po’ di luce.




Un po’ di luce sopra le cime delle palme mi desta dal mondo letterario.
Recupero forze e scendo di nuovo tra viottoli e stradine. La mattonella bianca mi indica la strada giusta. È diversa da tutte le altre, forse è stata sostituita, messa al posto di una rotta e forse anche lei non si sente a suo agio e non riesce a fare conoscenze. Ma per me è importante, mi da la giusta direzione.




Per i viottoli dell’albergo c’è già gente, per lo più anziani e qualche coppia di ragazzi che si incamminano verso il ristorante per la colazione.
Il fuso orario stona un po’ tutti.




Si è alzato molto il vento e l’aria è più fredda. Mi fermo su di un gruppo di fenicotteri rosa e poi più giù su un fiore fino ad arrivare alla spiaggia.
C’è gente in giro questa mattina, ma riesco ad estraniarmi bene e resto perso nei miei pensieri.




Sono le 7.30 qui, vado a vestire i miei sorrisi e le mie maschere.
Buon giorno a tutti.