martedì 23 ottobre 2007

La Diga

Oggi sono stato in un posto in cui ero già andato, un posto che mi fa sussultare il cuore, un posto che mi fa disperdere i pensieri che tanto mi opprimono la testa.
È un momento molto particolare, per me, quello che sto vivendo; un pessimo momento (emotivamente parlando). Non ho più fiducia in nulla, forse solo in me stesso.
Sono stufo di perdere fiducia nelle persone, io do sempre il massimo.

Oggi in quel posto che vi dicevo pocanzi, solo due cose erano cambiate, diverse … i colori delle foglie e la Diga; questa volta era aperta.
Avete mai osservato da vicino una diga? Io oggi ho avuto la possibilità di farlo … sei in piedi in mezzo ad una strada di calcestruzzo, ferro e asfalto. Sei li, tra due momenti di uno stesso tempo, tra due movimenti dello stesso Essere.

Giri la testa a destra e vedi un bacino pieno d’acqua; l’acqua di mille fiumi e vidi l’assoluta immobilità di quell’Essere. Addirittura una boa si riflette sul viso di quell’immobilità. Poi in un attimo, stabilito dal tuo cervello, giri la testa a sinistra e vedi le chiuse aperte e centinaia di migliaia di litri d’acqua uscire da pertugi di cemento, compiere un salto di duecento metri per andare a schiantarsi nel piccolo fiume sottostante, creando una nuvola incessante di goccioline d’acqua.
Da una parte hai la quiete e dall’altra l’agitazione controllata.
E la Diga? La Diga perché è l’in mezzo? Perché resta lì a decidere dove può esistere la quiete, il silenzio e invece, dove la forza e la confusione?
Io non lo so, ma lei è più brava di me.
Sono corso ai piedi della Diga e in contro a quella nuvola di goccioline d’acqua, troppo pesanti per me, eppure così leggere per l’aria … ho corso e gridato contro quella confusione, ma al parapetto mi sono fermato, mi sono fermato.
Sono tornato in dietro, bagnato come un pulcino, dentro e fuori di me. Sono andato via correndo, più forte di com’ero arrivato giù. Su quella striscia di calcestruzzo non ho guardato né a destra, né a sinistra. Vedevo solo i miei piedi e sentivo solo il mio cuore nel petto.
Aveva vinto lei, aveva vinto la Diga; la sua confusione è controllata, la mia No.