mercoledì 21 novembre 2007

Lehajim

Anche questa rotazione è iniziata.


Molti sono stati gli “sbattimenti” per riuscire ad arrivare a Tel Aviv e poi a New York, ma se la Grande Mela me l’hanno solo fatta annusare Israele, sono riuscito a vederla abbastanza.
Ero partito con molta paura, sinceramente. Un paese a rischio, gente poco ospitale, non girare le strade da solo, questo è quello che mi ero inculcato nella testa. Pensavo di arrivare qua e non poter far nulla se non con una guida o roba simile. Tel Aviv è una bella città e ieri sono andato in giro a scattare foto e a curiosare. La gente è molto cordiale e un sorriso apre molte porte. Purtroppo il tempo non è stato clemente e anche oggi sta continuando a diluviare con solo pochi minuti di tregua.


È brutto non riuscire a leggere i cartelli, le indicazioni. Poche sono le scritte in inglese, solo il minimo indispensabile. È una lingua complessa e riuscire anche solo a capire il significato delle parole, da qualche espressione, è un’impresa. Fortunatamente parlano tutti inglese … e un tipo d’inglese che io riesco a capire.
Non sono una persona serena e quando giravo per la città il fatto di non poter capire le indicazioni, un po’ di ansia me la creava, ma se da una parte non è piacevole essere allo scuro di ciò che ti circonda, da un’altra parte ti facilita le cose. Io in questo periodo mi sento tutti i giorni prigioniero di una vita, dove i segnali e le indicazioni sono incomprensibili. Ma nella mia vita non c’è nessuno che parla inglese e mi spiega quei segnali.
In ogni città in cui sono stato, ho avuto sempre occasione di brindare a qualcosa; in Italia si dice “Alla Salute”, in Islanda “Scaul” , “Prost” , “Salud” , “Santè” , “Arriba, abajo, al centro y para dentro” e via discorrendo, qui si dice “Lehajim” e significa brindare alla vita, alla sorte.


La sorte questa sera mi porterà di nuovo a bordo di un aereo, in mezzo a persona che non saranno al settimo cielo al pensiero di stare per undici ore e mezzo seduti in un piccolo sedile dentro ad un tubo d’acciaio, ma se è vero che io non riesco a trovare un posto in questo stupido mondo, è altrettanto vero che io farò sembrare quel piccolo sedile una grande poltrona, ci proverò, ci provo sempre. Io un giorno avrò la mia poltrona in ogni posto in cui andrò e sarà la mia poltrona a farmi credere che tutto ciò che mi circonda è bello, anche se camminerò in un vicolo sudicio e malsano. Spero di iniziare a illudermi il prima possibile e smettere di razionalizzare ogni cosa, non è bello vedere con gli occhi.


Buona giornata a tutti … un brindisi per voi … LEHAJIM!